Dossier sul Fenomeno Droga - Analisi e Ipotesi a cura di Romeo Franco Tenuta (Sottotenente OF-1, Ris) - Reparti Speciali “Arma dei Carabinieri”, alla luce delle normative vigenti e in relazione con la giurisprudenza europea.
L'Autore
prosegue il suo prezioso lavoro verso l’Istituzione, proponendo
un’interessante ed approfondito studio - tecnico giuridico -
attraverso un attento elaborato, nel quale ha voluto esprimere e
fornire competenti considerazioni, al fine di richiamare e spronare
l’attenzione di tutti gli Organi preposti dello Stato sul delicato
e crescente fenomeno droga, per sollecitare e contrastare con più
efficacia il consumo, lo spaccio ed il traffico degli stupefacenti
nella loro diversa e complessa specificità.
L’analisi
è concentrata soprattutto sull’incremento del consumo e spaccio
che ormai ha raggiunto livelli allarmanti in quasi tutte le città
italiane, soprattutto nel mondo degli adolescenti che fanno uso
specialmente delle droghe leggere (spinelli ecc..), dopodiché molti
di questi purtroppo compiono il salto di qualità con l’assunzione
delle sostanze più pericolose, anche con il policonsumo di più
stupefacenti.
Per
comprendere meglio l’argomento si riporta un breve elenco delle
sostanze più diffuse secondo l’Osservatorio Europeo sulle droghe e
sulle tossicodipendenze (OEDT):
ALLUCINOGENI
AMFETAMINA
BARBITURICI
BENZODIAZEPINE
CANNABINOIDI
SINTETICI
CANNABIS
CATINONI
SINTETICI
COCAINA
EROINA
FENTANYL
KHAT
LSD
MDMA
METAMFETAMINA
disamina
La
disamina riguarda particolarmente i seguenti temi:
la
depenalizzazione del consumo per uso personale deliberata nel 2006,
prevede una violazione di illecito amministrativo non penalmente
rilevante e non sanzionabile con strumenti rieducativi o repressivi
di rango penalistico, meglio nota come la modica quantità, in cui
vengono stabiliti i parametri sul principio attivo di ogni sostanza,
attraverso delle tabelle che stabiliscono il limite massimo di:
250 milligrammi di principio attivo per l’eroina (che
corrispondono a circa 1,7 grammi di sostanza lorda e a 10 dosi); 750
milligrammi di principio attivo per la cocaina, cioè 1,6 grammi
lordi e 5 dosi; 500 milligrammi di principio attivo di cannabis, che
corrispondono a 5 grammi lordi e a 15-20 spinelli. Tra le altre
sostanze più diffuse anche, MDMA - l’ecstasy - con 750
milligrammi di principio attivo (5 compresse), l’anfetamina con
500 milligrammi di principio attivo (5 compresse) e Lsd con 0,150
milligrammi di principio attivo, cioè 3 “francobolli”);
la
commercializzazione della cannabis sativa Light, di foglie,
infiorescenze, oli e resina prodotta dalla canapa e ottenuta dai
semi di marijuana, cosiddetta cannabidiolo (CBD), che si differenzia
dalla classica cannabis (THC). La vendita della canapa è iniziata
dopo il 2016, ovvero quando l’Italia ha emanato la Legge nr. 242,
recependo la Direttiva 2002/53/CE, che riconosceva una determinata
qualità di semi di canapa light come pianta agricola, per cui
l’autorizzava alla coltivazione e produzione agroindustriale,
anche per uso alimenti. Pertanto venivano avviate diverse attività
di commercio (cannabis shop) al minuto della canapa light su tutto
il territorio nazionale, nel rispetto della norma che deve prevedere
i valori di THC (tetraidrocannabinolo) compresi tra lo 0,2% e non
superiore lo 06%. Si parla di percentuali che non sempre è facile
rispettare, per cui sono state emesse alcune sentenze dalla Corte di
Cassazione che non sempre trovano convergenze nell’attribuire la
legalità della vendita al dettaglio, poiché la Legge 242 non
stabilisce in modo chiaro se i valori dei principi attivi, compresi
nei paramenti sopra indicati, escludono il contenuto del THC come
sostanza stupefacente indicata nelle tabelle del TU. Inoltre,
l’ultima decisione della Corte del 2019, ha espresso che non è
rilevante la percentuale di THC presente nei prodotti
commercializzati, al fine di renderne lecita la commercializzazione
stessa, ma occorre valutare caso per caso se il singolo prodotto
possa avere, o meno, un’efficacia drogante.
Inoltre,
dato che la legislazione italiana non prevede alcun riferimento
specifico sulla commercializzazione della canapa light, bensì si
limita a regolamentare l’attività della sola coltivazione, ad
ottobre 2020 è intervenuto il Ministero della Salute, per fare
chiarezza sulla concentrazione di THC (tetraidrocannabinolo) e del
CBD (cannabidiolo), con un decreto il quale ha incluso
le “composizioni
per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da
estratti di Cannabis” nella
tabella dei “farmaci a base di sostanze attive stupefacenti”.
In
realtà, l’efficacia di questo decreto è stato sospeso dallo
stesso Ministero alla fine di ottobre del 2020, proponendo delle
Commissioni consultive ad esprimersi, per una valutazione complessiva
e sull’aggiornamento delle tabelle degli stupefacenti.
Mentre
a novembre del 2020, è intervenuta sull’argomento anche la Corte
di Giustizia Europea, nella causa C-663/18, stabilendo che il CBD,
sulla base dei dati scientifici disponibili, non risulta avere
effetti né psicotropi né nocivi per la salute umana, per cui il suo
principio attivo non può essere considerato sostanza stupefacente,
quindi la sua commercializzazione non può essere limitata
all’interno del territorio europeo.
Si
comprende chiaramente che sul tema in questione esiste una grande
difficoltà e confusione sull’interpretazione delle norme, per cui
si attende al più presto un chiarimento dal nostro legislatore,
altrimenti vengono vanificati gli sforzi delle FF.PP. che si
impegnano quotidianamente sul controllo del fenomeno su tutto il
territorio nazionale;
attraverso
i dati statistici del 2019 forniti dalla DCSA (Direzione
Centrale per i Servizi Antidroga) nella
relazione annuale presentata al Parlamento, si ricava che i
sequestri di droga hanno avuto una flessione rispetto all’anno
precedente, ossia dalle 123 tonnellate di stupefacenti rinvenuti, si
è scesi a poco meno di 55, con un calcolo percentuale di oltre la
metà (-55, 66 %). I
decrementi riguardano quasi tutte le sostanze, con eccezione della
cocaina e delle droghe sintetiche. Spiccano, in particolare, gli
scostamenti negativi riferibili ai derivati della cannabis, tanto
per quanto riguarda l’hashish (-73,25%), che per la marijuana
(-39,83%) e la presentazione in piante (-57%).
Le
persone segnalate all’Autorità Giudiziaria in Italia sono
diminuite del 2,93%, passando da 35.969 del 2018 a 34.914 del 2019.
La sostanza stupefacente interessata dal più alto numero di denunce
è stata la cocaina (13.697), seguita dalla marijuana (7.455),
dall’hashish (6.967) e dall'eroina (3.384). Tra i 1.281 minori
denunciati per i reati concernenti gli stupefacenti, 305 (23,81%)
sono di nazionalità straniera, in particolare senegalese, tunisina,
romena, marocchina, albanese, gabonese ed egiziana. Le droghe
sintetiche hanno avuto un incremento del 95,62%.
Dai
dati trimestrali a livello provinciale, forniti dalla DCSA
(gennaio-marzo) relativi al 2021, risulta che la città di Milano è
quella in cui sono state effettuate più operazioni antidroga (711),
con 481 arrestati, 180 denunciate in stato di libertà, di cui 309 di
origine straniera, 22 minori, con il sequestro di droghe complessive
323,16 kg.
Mentre
a livello nazionale, sempre dai primi dati trimestrali del 2021,
risulta che: le operazioni antidroga sono state 5.715;
mentre
sono stati sequestrati:
-
102,54 kg di eroina;
-
4.223,90 kg di cocaina;
-
3.435,71 kg. di hashish;
-
5.036,20 kg di marijuana;
-
droghe sintetiche 8,22 kg.;
-
altre droghe 1.320,05 kg.;
-
persone arrestate 5.470;
-
persone denunciate all’A.G. 2.478;
-
stranieri 2.459;
-
minori 224.
Da
un sondaggio svolto nel mese di giugno 2019 da SWG si apprende che il
53% degli italiani pensa che il consumo di droghe sia in leggero
aumento (18%) o in forte aumento (35%), mentre il 69% si dice
“abbastanza d’accordo” (26%) o molto d’accordo (43%) sul
raddoppio delle pene per chi spaccia.
Molte
città italiane, soprattutto quelle metropolitane, sono colpite da
un crescente degrado dei quartieri, particolarmente quelli
periferici, nonché dei parchi, dei giardini e delle piazze, in
quanto ormai sono occupati dagli spacciatori di droga, specialmente
dai tanti stranieri irregolari che continuano ad aumentare ogni
giorno a dismisura, estromettendo le persone e le famiglie con
bambini dai luoghi in cui vivono. Tutto ciò non fa altro che
produrre anche una forte svalutazione immobiliare del patrimonio
abitativo, poiché molti individui non riescono a vendere la propria
casa per allontanarsi e raggiungere posti più tranquilli, dato che
ormai il loro ambiente è compromesso dalla sicurezza sociale a
causa della droga e quant’altro legato al contesto criminale.
E’
opportuno rilevare che ogni anno lo Stato attraverso la Presidenza
del Consiglio dei Ministri stanzia fondi consistenti per il fenomeno
droga, basti pensare che per il triennio 2021-2023 sono stati
stanziati per il Fondo delle politiche antidroga 4,5 milioni di
euro, mentre per la prevenzione e tossicodipendenza sono stati
assegnati 3 milioni di euro per il 2021. Parte di questi fondi sono
destinati anche al Ministero della Pubblica Istruzione che
promuove e coordina le attività di educazione alla salute e di
informazione sui danni derivanti dall'alcoolismo, dal tabagismo,
dall'uso delle sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché dalle
patologie correlate.
Il
documento si conclude con la riflessione su alcuni temi che
necessitano sicuramente di un azione più incisiva da parte dello
Stato, per intervenire sui seguenti argomenti:
legiferare
norme chiare ed adeguate alla gravità attuale del problema;
predisporre
controlli serrati su quei territori maggiormente coinvolti dal tema
droga;
sollecitare
la forma educativa a tutti i livelli a non drogarsi;
rivedere
la dose media giornaliera per uso personale, in quanto molti
consumatori spesso si trasformano in spacciatori;
colmare
il vuoto normativo per quanto concerne la commercializzazione della
canapa light;
come
per tutti i reati, assicurare la certezza della pena, con
provvedimenti restrittivi proporzionati e rieducativi;
obbligare
il tossicodipendente a curarsi in strutture strettamente controllate
dallo Stato;
implementare
gli strumenti tecnici digitali per contrastare il fenomeno di
traffico e spaccio, maggiormente nei luoghi strategici;
ottimizzare
le risorse economiche per disincentivare il consumo, le
tossicodipendenze, la rieducazione e la formazione alla salute, come
già previsto dal Testo Unico sugli stupefacenti.
Con
questo documento si vuole richiamare maggiore attenzione al fenomeno
anche perché in questi ultimi tempi purtroppo si stanno
moltiplicando i casi di cronaca su fatti gravi di violenza e stupro
su giovani donne nei confronti delle quali viene fatto uso sfrontato
di stupefacenti.