Dedica
Perché l'oblio del
tempo, che “involve tutte le cose nella sua notte”, non abbia
vanto, offuscando il ricordo dei meriti o l'aura leggendaria delle
persone estinte, a noi care; e con la consapevolezza di chi crede
nell'immortalità dell'anima, e, quindi nella continuazione della
vita dopo la morte, dedico, con animo grato, il presente volume alla
memoria del Dott. Antonio Barbieri. Egli fu un sagace estimatore ed
esegeta delle mie opere, nonché sincero amico, da cui ho ricevuto
equilibrate ed illuminanti sollecitazioni ed esternazioni di
apprezzamento, ed essenziali osservazioni di metodo e di catàstasi,
per lo studio, la valutazione e l'interpretazione degli eventi
storici delle civiltà antiche e di quella moderna e contemporanea.
Anch'Egli Autore di numerose opere letterarie (saggi, romanzi,
raccolte varie di poesie e fiabe). Intellettuale onesto, acuto
osservatore della realtà sociale e politica, e delle molteplici
problematiche dei nostri tempi; libero opinionista, analista, forbito
politologo, non dipendente o legato ad alcuna consorteria politica,
settaria, ideologica, nichilista, come tanti altri
pseudo-intellettuali dei nostri giorni! Tutta la sua attività come
studioso, scrittore e critico può essere considerata a mio avviso o
riassumersi come un'ampia rassegna cronologica delle conoscenze
sociali, filosofiche e antropologiche, pertinenti alle questioni,
talora oscure e controverse della storia umana. Ci piace, ancora
ricordarlo, con le parole di Andrea Taddei, scritte e da noi
estrapolate e riportate di seguito da un'incisiva, seppur icàstica,
pregevole e brillante Prefazione ad un suo libro di poesie - uno dei
tanti - dal titolo, invero vago, ma alquanto capzioso:
“Ballobeghebolle...del Bazar”, Ibiskos Editrice, 1988. “Antonio
Barbieri si presenta a noi fuori del tempo, usando la parola nel
divenire della sua stessa essenza. Forgiando parole che sembrano già
vecchie, nell'istante in cui vengono pronunciate, sorpassate
nell'atto stesso in cui vengono espresse, in un fluire non interrotto
di pensieri, che come squarci di luce, alternano i chiaroscuri della
nostra immaginazione. A noi non può restare che chiudere gli occhi e
tornare bambini.” Sicché occorre diventare bambini, non per
fuggire o evadere dal mondo, ma per vivere ed amare come Dio ci ha
amato, con la purezza del cuore, non cedendo alle turpi passioni e
alla menzogna; ovvero diventando operosi divulgatori, appassionati
ricercatori e/o testimoni per il conseguimento - secondo la massima
evangelica - del bello, del bene e della Verità. Esplicitando il
senso del pensiero dello stesso Barbieri, unirsi al “Sacro” - la
parte insondabile del nostro essere - che ci collega, credenti e non
al mondo, al cosmo, al mistero del creato, come Egli ha descritto o
rappresentato, fantasticamente, nelle sue opere (poesie e favole).
Perciò, mossi e sostenuti dalla volontà, non tanto per conseguire
l'affermazione o il successo personale, da lui così definito: “la
nostra pretestuosa arroganza, la nostra supponenza o la becera
idolatria delle nostre squadrature mondane, che illuminandoci di
sicura e in oscurabile ribalta ci soffocano”, quanto, piuttosto,
per divulgare le nostre conoscenze e i risultati delle esperienze,
come studiosi delle varie discipline o campi della cultura, della
Storia e della Scienza. Coerentemente con quanto sopra asseverato e
nella costanza delle idee e dei propositi le nostre energie, attività
artistiche, culturali e relazionali furono nel lontano passato
rivolte, preminentemente, all'emancipazione sociale, intellettuale e
spirituale degli esclusi e dei poveri della società, del mondo
tecnologicamente avanzato ed economicamente globalizzato, ma che
mostra segni preoccupanti del declino, a causa delle divisioni, dei
privilegi e delle ingiustizie. A conferma di quanto detto e a
testimonianza della reciproca stima e della profonda amicizia, che ci
legò in un elettivo sodalizio culturale, per un lungo e fruttuoso
periodo, accomunati dagli stessi nobili sentimenti ed elevati ideali
sono le numerose attività socio-culturali svolte ed ampiamente
documentate, che ottennero consensi favorevoli con grande risonanza
mediatica e della stampa locale e nazionale, e rinomanza in vasti
strati sociali e nei circoli o ambienti accademici. Or dunque, la
Storia - magistra vitae - è la Scienza che studia il sorgere,
lo sviluppo, lo svolgimento e l'ineluttabile declino delle civiltà
umane, in tutte le diverse forme in cui si sono manifestate
(strutture ed istituzioni statali, sociali, culturali, religiose e
morali). In quanto ricostruzione del passato nelle sue linee di
sviluppo, lo studioso deve particolarmente registrare quei fatti ed
eventi, che hanno esercitato un'influenza notevole, anche sugli
eventi successivi. La vera rivoluzione o filosofia della storia nasce
col pensiero cristiano e dalla civiltà, che da esso scaturisce con
la forza travolgente, irresistibile del suo spirito di rinnovamento,
sfociante nelle grandi trasformazioni radicali e nelle opere
mirabili, che si sono registrate nel corso dei secoli, secondo il
principio vichiano: “Verum et factum convertuntur”.
Identificazione, quindi, del processo della conoscenza piena,
assoluta per “causas” dei grandi eventi storici, col processo dei
grandi eventi della vita e della storia ordinaria degli uomini;
ovvero integrazione od identità del pensiero e della libertà coi
fatti storici nel loro sviluppo non dialettico o predeterminabile. La
libertà intesa, ovviamente, come forza creativa di scelta e di
espressione, non perciò limitata ed oscurata dal relativismo moderno
e dalle sue ideologie fuorvianti e pseudo-religiose, così diffuse
nei nostri tempi, perniciose, letali e nichilistiche.
L'Autore
Introduzione
La compagine
storico-sociale, fin dalle sue origini, con la sua ricchezza e
molteplicità di razze, culture, culti e velleità, in modo più o
meno consapevole e volontario, fu protagonista, nel corso dei
millenni, di un unico, immenso progetto e anelito, che è coinciso
con la storia della salvezza dell'uomo sulla terra. Un progetto
antico, ma anche attuale, dove la creatura umana, in modo
responsabile ha riconosciuto la Legge di Dio, che si animò nel
“roveto ardente” e prese forma fra gli Ebrei, rivelandosi
nell'imperfezione umana al Profeta Mosè, il Legislatore per
eccellenza, che la superò e la rivestì di dignità e deità,
attraverso la sua Alleanza e suggellando un patto con gli uomini.
Il piano
orizzontale su cui si andò a stendere e a comporre la trama di
questo tessuto, non esclude nulla, in quanto le vicende umane sono
fatte di guerre, soprusi e iniquità, dove la luce della ragione si
oscura, in contrasto con la realizzazione del progetto di Dio Padre,
lasciando all'ordìto della storia, nella sua dimensione verticale,
la strada per imporsi e realizzarsi nella sua totalità. In questo
quadro, le figure umane, che Dio scelse emersero dallo scorrere del
tempo, ma non si adeguarono alle mode del mondo, non si assimilarono
al linguaggio comune, anzi ne assunsero uno nuovo, diverso, inclusivo
e per questo universale, sconosciuto agli uomini, per portare la
conoscenza della Legge a compimento, e permettere al figlio dell'Uomo
di nascere e al Verbo di incarnarsi, come “Gesù Cristo, il Figlio
di Dio”. Difatti, come ha argomentato in modo dotto l'Autore,
professore Ottavio Amilcare Bisignano, nel suo secondo tomo della
trilogia, la nascita di Gesù Cristo e lo sviluppo del Cristianesimo
andarono ad incidere, profondamente nel solco della storia degli
uomini, in modo indelebile, condizionando gli eventi futuri della
regione medio orientale della Palestina, luogo di conquista
dell'Impero romano e la vita dei popoli di tutto il bacino del
Mediterraneo, ridisegnando i confini ideologici, antropologici e
sociali delle tradizioni storiche millenarie. È proprio in questo
scenario geopolitico, che prese vita la Nuova Religione, il
Cristianesimo delle origini, al tempo di Erode, in Giudea, nel
territorio della Galilea, dove la legge mosaica della Tōrāh, era
profondamente radicata nella tradizione giudaica e rabbinica, oggetto
di studio approfondito dell'Autore del presente volume.
La nascita
profetica di Gesù di Nazareth, detto il Cristo, il Re dei re, nel
mondo sovvertì l'ordine di ogni principio umano, ruppe ogni
equilibrio sociale, si indignò di fronte alle ingiustizie del potere
umano, rivelando tutta l'empietà della menzogna e delle sue
ipocrisie. Il suo messaggio fu dirompente e rivoluzionario, poiché
nonostante le persecuzioni e le proibizioni violente e crudeli dei
primi secoli, si radicò nei cuori degli oppressi e degli ultimi,
riuscendo ad affermarsi nelle regioni pagane dell'Impero, proprio,
laddove, il Regno di Roma fu più coercitivo, sfarzoso ed opulento.
Il messaggio consolatore della Nuova Religione, insegnò che la morte
non coincide più con l'interruzione della vita, non è la fine di
tutto, ma esso rappresenta l'inizio della rinascita del corpo e dello
spirito in una dimensione divina, un luogo di pace e giustizia, dove
gli uomini sono tutti uguali e trasfigurati nella luce della Verità.
Pertanto, la morte in croce e la Resurrezione del Cristo, non
spensero il fervore dialettico verso il suo Paraclito, e il
Cristianesimo si affermò e si consolidò nei millenni, soprattutto
in concomitanza con la successione dinastica degli imperatori romani,
all'indomani della morte di Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, in
relazione alle lotte intestine per la gestione ed il controllo dei
principali centri di potere, nelle province dell'Impero.
A Roma le dottrine
del Mitraismo e dello Zoroastrismo, che dominarono la scena nel
panorama cultuale, religioso, pagano e i loro riti misteriosofici e
soteriologici, provenienti dal mondo orientale, dopo la morte di Gesù
Cristo, gradualmente vennero oscurate dalla diffusione delle prime
comunità di cristiani, ad opera del proselitismo dei suoi Discepoli,
portatrici di una religione monoteistica, quale elemento essenziale
per la diffusione della fede nel Vangelo, senza tralasciare
l'interpretazione ed il valore esegetico dei miracoli, l'importanza
dello spirito missionario dei credenti, le persecuzioni e la
sconvolgente testimonianza dei martiri, con la nascita di una nuova
cultura identitaria e universale ispirata alla Rivelazione, insieme
con lo sviluppo dell'Apologetica - un sistema di pensiero teologico,
che mirava ad esaltare, a difendere e a dimostrare il suo
indefettibile carattere divino -.
Il messaggio
cristiano, fu sconvolgente, reazionario e salvifico, completamente
estraniato dalla mentalità e dai rituali dell'epoca, rivolto a tutti
gli uomini da un Dio, che si è fatto uomo, per la redenzione di
tutti, che è destinato ad essere condannato e perseguitato per la
salvezza di molti. Una religione dove si predicava una condotta umana
basata sull'amore fraterno e sul servizio caritatevole verso il
prossimo, dove tutti gli uomini erano uguali dinnanzi a Dio. A Roma,
il clima di persecuzione che si abbatté sulle prime comunità dei
cristiani, li costrinse alla clandestinità e al nascondimento nelle
catacombe, ma paradossalmente, le avversità andarono a rafforzare
l'identità cristiana e la diffusione del messaggio evangelico si
diffuse, nella segretezza in tutto il territorio dell'Impero romano,
soprattutto ad opera di due Apostoli di Gesù: Pietro e Paolo.
L'apostolato di San Pietro e San Paolo fu determinante per la
diffusione della nuova religione, che sin dal II secolo d.C. appariva
ai romani, diversa dal giudaismo e pericolosa, perché considerata
una minaccia concreta all'unità, alla centralità e all’universalità
del potere imperiale nelle province del regno. Questa minoranza
religiosa, rifiutava i culti ufficiali diffusi a Roma, dottrine
pagane e idolatre, che venivano considerate fattore di coesione
sociale e politica, a cui i primi Cristiani, però, opponevano un
messaggio universale di libertà, equità e giustizia sociale, che
contrastavano con i prodromi dittatoriali e totalitari dell'ideologia
imperiale.
Tuttavia, la novità
della perfezione del messaggio cristiano, condensata nel suo valore
intrinseco di eternità e nella sua essenza di Verità rivelata, ne
assicuravano il processo di divulgazione e diffusione in tutte le
regioni dell'Impero. I due Apostoli ebbero entrambi il loro specifico
mandato: Pietro designato da Cristo, come primo ministro della Chiesa
a Roma, Paolo, scelto da Dio Padre, col suo carisma, per essere il
principale evangelizzatore nell'area medio-orientale dell'Impero,
dove erano presenti numerosi pagani.
San Paolo, con la
sua evangelizzazione itinerante, fu riconosciuto come l'”Apostolo
dei Gentili”, seguito ed apprezzato dai pagani greci e romani, per
la sua capacità di comunicare con il popolo, predicando un messaggio
salvifico, cristocentrico, inclusivo, privo di osservanze rituali e
forme cultuali, propriamente riferite al mondo giudaico, come la
circoncisione e alcune prescrizioni alimentari, che erano distanti
dalla cultura greco-romana del tempo. Tutto ciò, contribuì a
definire un distacco netto con il mondo ebraico e a definire i
caratteri propri della nuova fede, che principalmente aveva come
centro di gravità la figura di Gesù Cristo, Figlio di Dio, divenuto
uomo sulla terra, per salvare tutti gli uomini, senza distinzioni di
razza, cultura ed estrazione sociale.
San Paolo, per
questo motivo, privilegiando il carattere universalistico e
missionario del messaggio salvifico, venne considerato l'iniziatore
della dottrina teologica cristiana. La nuova religione fu un
messaggio di emancipazione e riscatto, che proprio nel cuore degli
ultimi e dei poveri della terra attecchì con più vigore, perché
rappresentò una fuga dalla realtà crudele della violenza, un
rifugio dalle sofferenze, dalle ingiustizie e dalle prevaricazioni,
ed è per questo che si diffuse soprattutto tra le classi degli
schiavi e dei reietti della società romana, ma non solo, più tardi,
anche le classi del ceto medio-alto, tra cui i ricchi aristocratici,
insoddisfatti dei culti pagani, iniziarono a guardare con favore a
quella religione molto sentita e praticata dal popolo. A Roma, la
figura dell'Imperatore, che era ossequiato e venerato fino a quel
momento come un dio in terra, entrò in contrasto con il carattere
sociale del Cristianesimo, una dottrina che propugnava il monoteismo
religioso, l'eguaglianza fra popoli e la priorità dei valori dello
spirito rispetto a quelli materiali e politici, dove, perciò ogni
uomo era uguale a tutti gli altri uomini, e per questo nessuno si
poteva venerare per la sua presunta “deificazione”.
Questo contribuì,
purtroppo, a generare ira, sospetto e diffidenza nel popolo romano,
che degenerò nella violenza delle persecuzioni, ad opera degli
Imperatori, tra cui Nerone e Diocleziano, noti per le loro atrocità
e crudeltà, che si scatenarono nei confronti delle prime comunità
di cristiani e che ancora vivevano nella clandestinità. Fu proprio
in questo periodo, sotto il regno di Nerone, che Pietro e Paolo - le
colonne alte della Chiesa universale di Gesù Cristo - furono
imprigionati e martirizzati a Roma.
Dopo la morte dei
primi martiri cristiani, intorno al II secolo, nonostante le
terribili persecuzioni, l'opera degli Evangelizzatori e degli
Apologisti continuò in tutto l'Impero e attraverso le loro opere si
diffusero insieme ai testi biblici ebraici, anche, i quattro vangeli,
sulla vita di Gesù Cristo e sui suoi insegnamenti e le Opere, come
l'Apocalisse di san Giovanni e gli Atti degli Apostoli. L'opera degli
Apostoli di Gesù, come San Pietro e San Paolo, nelle prime comunità
di cristiani coincise con il fiorire di una Chiesa primitiva,
inizialmente identificata nella costituzione delle prime “chiese
domestiche”, nelle abitazioni private dei fedeli, dove avveniva
l'incontro comunitario di preghiera, con a capo un Vescovo e al di
sotto numerosi presbiteri e diaconi, in stretto contatto fra loro. La
Chiesa delle origini assunse, quindi, una sua struttura gerarchica,
una sua precisa fisionomia che trovò, poi, la sua espressione
formale nella costituzione delle prime Congregazioni di preghiera e
degli Ordini religiosi, da cui trarre poi la fondazione del proprio
Clero, e nell'edificazione di maestose Cattedrali e Templi, sorti nei
secoli, dove adorare Dio, riconoscerLo e per rivolgersi a Lui,
ancora una volta, con le parole di Pietro, che rispose al Maestro:
“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16, 13-20).
Dunque, questo mio
breve excursus storico-sociale sottolinea, chiaramente, il tenore
narrativo, rigoroso e scientifico e il grande valore letterario e
filologico di questo volume, dove l'Autore, il professore Ottavio
Amilcare Bisignano, compie un'indagine diligente e scrupolosa, sulle
origini del Cristianesimo, ricostruendone i fatti storici, alla luce
dei documenti esegetici e storiografici, e rivelando in modo
esauriente e analitico i temi sociali e antropologici, che
determinarono lo sviluppo del carattere universalistico della Nuova
Religione, all'indomani della morte di Gesù di Nazareth, in tutta
l'Asia e il bacino del Mediterraneo.
Pertanto, la
costruzione dell'Opera storica del Nostro, ci appare come un
magistrale compendio divulgativo e didascalico, frutto di laboriose
ricerche e studi complessi, in cui traspare in modo perfetto la
capacità dell'Autore di raccontare gli accadimenti umani, alla luce
della sintesi della Verità storica, ricapitolando elementi e
argomenti essenziali, in una matrice culturale ed intellettuale,
pregna di intuizioni e sapienti divagazioni filosofiche e teologiche.
Ciò rende la lettura di questo testo, estremamente agile, fluida e
piacevole, anche per la vivacità e la profondità delle figure
evocate dallo Scrittore, che descrive e approfondisce in modo del
tutto originale e personale l'oggetto della sua analisi.
La sua grande
ricchezza espressiva, con l'intensità narrativa delle immagini
rappresentate e la molteplicità degli spunti simbolici, ideologici
ed intellettuali utilizzati, quindi rivelano il forte valore
esegetico dei testi, che compongono questa unica e irripetibile
Storia della Cristianesimo, in un'epoca, come quella di oggi, in cui
tutto ciò sembra essere ormai dimenticato e rifiutato, in nome di
una dittatura positivista e nichilista, ormai non più velata, che ha
prodotto un relativismo di pensiero mistificatore, dove alla dottrina
della vera Fede, ha contrapposto bizzarre ideologie sincretiche ed
ecumeniche, lontane dal percorso universale del progetto salvifico,
prefigurato da Gesù Cristo, Figlio di Dio, tanto in linea con le
mode fugaci del mondo, ma che hanno smarrito la retta via,
accostandosi pericolosamente all'apostasia e alla negazione della
Verità Rivelata.
Questa azione
distruttiva e occulta, tuttavia, non potrà mai cancellare ciò che è
stato, né negare la Verità della Chiesa sulla terra e tacitare il
pensiero libero, ispirato e profetico, di quanti, come il nostro
Autore sagace hanno deciso di essere i “Figli della Luce”, come
insegna il Vangelo nella sua proverbiale espressione: “Tu sei
Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte
dell'Inferno non prevarranno contro di essa” (Matteo 16, 18).
M° Emanuela Turrini
Musicista
- Compositrice - Poetessa